"AUTENTICA PIZZA BARESE"



La Puglia lancia la sfida della pizza

Dalla Camera di Commercio di Bari
60mila euro per promuovere il marchio

Fior di latte della provincia di Bari, pomodori San Marzano dop, olio extravergine d’oliva, sale di Margherita di Savoia e farina pugliese. I commercianti baresi promuovono la pizza a chilometro zero e il primo marchio registrato alla Camera di Commercio. «Sono anni che lavoriamo per identificare il nostro prodotto - spiega Mimmo Tarantini, vicepresidente dell’associazione L.u.c.a. (Libera unione commercianti Apulia) - ed ora siamo arrivati alla sua certificazione. Cominciamo con la registrazione del marchio con il nome autentica pizza pugliese». Due i modelli di pizza proposti e sui quali la Samer, l’azienda della Camera di commercio che si occupa appunto delle certificazioni di qualità, effettuerà i controlli: la pizza barese (farina, sale, pelato pugliese, mozzarella, olio) e la «marzolina» (farina, sale, pelato pugliese, mozzarella, olio, pomodori Regina di Polignano, ricotta marzotica di Conversano e rucola selvatica pugliese). Il diametro non deve superare i 35 centimetri e lo spessore non deve andare oltre 0,2 centimetri. «Non è un modo per fare marketing - aggiunge Tarantini - ma per valorizzare i nostri prodotti locali: la pizza sarà realizzata esclusivamente con ingredienti locali ed inoltre sarà a basso tasso glicemico».

La Camera di Commercio ha stanziato 60mila euro per promuovere il marchio e una serie di manifestazioni. I primi a farsi avanti sono stati circa 300 pizzaioli della città. «Abbiamo approvato nel corso dell’ultima giunta - spiega Giuseppe Margiotta, presidente della Samer - il disciplinare che fissa nero su bianco le regole che bisogna rispettare per poter ottenere la certificazione. Non stiamo parlando del marchio dop, perché in quel caso ci vogliono anni. Adesso partiamo con questa dicitura "autentica pizza barese" e per luglio ci saranno già i primi locali con il nuovo marchio». Il Comune ha appoggiato il progetto dei commercianti, offrendo collaborazione anche per l’organizzazione di eventuali iniziative. Il primo cittadino Michele Emiliano però ci tiene a precisare: «Non abbiamo assolutamente nulla contro gli altri tipi di pizza - spiega il sindaco - questa non è una gara di campanile e quindi rispettiamo assolutamente la pizza napoletana. Vogliamo solo promuovere il marchio barese, differente da quello campano perché la nostra pizza è molto sottile. Siamo pronti quindi a promuovere iniziative e manifestazioni, a partire da questa estate, proprio per fare conoscere ai baresi qual è la pizza della nostra terra».

Gli ingredienti devono essere rigorosamente a chilometro zero, provenienti cioè dalla Puglia. «È un modo anche per dare slancio alla nostra economia - conclude Tarantini - in un momento di profonda crisi come quella che stiamo affrontando. Abbiamo quindi deciso di metterci insieme e di affrontare questa contingenza economica senza subirla. Il marchio servirà a promuovere non solo la pizza ma anche i prodotti della nostra terra come i pomodori, l’olio, le mozzarelle». Nel disciplinare approvato dalla Samer e dalla Camera di Commercio viene indicato anche il metodo di preparazione della pizza, dall’impasto, alla lievitazione, ai condimenti (con specifiche sulle dosi), fino ai tempi e alle tecniche di cottura. «Il pizzaiolo - si legge nel documento - infornerà la pizza adagiandola su di una pala di alluminio o legno.

La pizza avrà una cottura uniforme su tutta la circonferenza. La temperatura non deve superare i 370 gradi centigradi per un tempo di cottura di 60, 90 secondi». «Noi della Samer - conclude Margiotta - programmeremo incontri mensili in tutti i locali che aderiranno, proprio per certificare il rispetto del disciplinare. Chi non seguirà le regole, perderà la possibilità di esibire il marchio e di partecipare anche agli eventi che promuoveremo in tutta la città». Soddisfatto anche l’assessore al Commercio, Franco Albore, che ha condotto le trattative con i pizzaioli, per poter poi arrivare alla definizione del disciplinare e del marchio. «È un progetto valido - conclude Albore - che abbiamo sostenuto anche per creare una maggiore sinergia con la categoria. Speriamo sia il primo passo per la creazione della vera e propria pizza "dop" barese, garantita dalla qualità dei prodotti locali».

(FONTE: CORRIERE DEL MEZZOGIORNO)

 

 

Presentata a Palazzo di Città l'iniziativa 'pizza barese a chilometro zero' promossa dall'associazione LUCA (Libera Unione Commercianti Apulia), primo step per ottenere il riconoscimento della 'denominazione di origine protetta'

 

BARI – Si chiama “Pizza barese chilometro zero – autentica pizza barese” l’iniziativa promossa dall’associazione L.U.C.A. (Libera Unione Commercianti Apulia) al fine di avviare il procedimento di certificazione del marchio D.O.P. della pizza barese, valorizzare il prodotto ed evidenziarne tutte le caratteristiche che lo rendono diverso dagli altri.

All’incontro di questa mattina, tenutosi alle 11 nella sala giunta di Palazzo di Città, hanno preso parte il sindaco Michele Emiliano, l’assessore al Commercio Franco Albore, il presidente del ramo Pubblico esercizio dell’associazione L.U.C.A. Domenico Tarantini e Giuseppe Margiotta, presidente della Samer, il laboratorio della Camera di Commercio di Bari accreditato ad effettuare analisi di controllo e consulenza sui prodotti di qualità.

La pizza barese si differenzia dalle altre per tanti aspetti, ha dichiarato Tarantini: in primis, il basso tasso glicemico, che la presenza di verdure contribuisce ulteriormente a far scendere; la composizione (80% di farina, 20% di acqua); il peso (120-140 grammi, contro il doppio dell’impasto napoletano); l’uso esclusivo di ingredienti della nostra terra. La denominazione di “autentica pizza barese” sarà riservato a due tipi di pizza: la barese (farina 00, sale di Margherita di Savoia, pelato pugliese, mozzarella fior di latte barese, olio extra vergine d’oliva pugliese) e la marzolina (farina 00, pomodori Regina di Polignano, ricotta marzotica di Conversano e rucola selvatica barese).

Il progetto, che partirà entro la fine di luglio e che è finanziato dalla Camera di Commercio barese, si avvarrà anche della collaborazione dell’amministrazione comunale al fine di promuovere il prodotto presso i consumatori e trasformarlo in una fonte di ricchezza per l’intero sistema produttivo del nostro territorio.

Come assicurato da Margiotta, per il mantenimento del marchio “Autentica Pizza Barese” saranno effettuati controlli presso le aziende da un organo pubblico accreditato, individuato dall’associazione. Essi verteranno sulla verifica delle fasi d’impasto, di lievitazione, preparazione e cottura del prodotto, sul controllo della corrispondenza delle materie prime a quelle previste nel disciplinare di attuazione e sull’accertamento delle condizioni di conservazione delle stesse.

Al termine della conferenza stampa, per dare una dimostrazione concreta ai presenti dell’effettiva qualità e genuinità della pizza barese rispetto alle altre produzioni locali, si è svolta una degustazione del prodotto: accompagnata dalla birra Peroni, dobbiamo ammettere che la pizza dell’associazione L.U.C.A. si presta perfettamente a diventare un altro dei simboli della nostra città.

(FONTE: IL QUOTIDIANO ITALIANO)

Autentica pizza di Bari: la Puglia lancia il suo marchio a km 0

Dai pomodori di Polignano alla ricotta marzotica di Conversano, una ricetta che esalta l'intera Puglia

Chi ha detto che la grande pizza italiana deve venire solo da Napoli? Bari lancia il guanto di sfida all'altra città del sud, con la Puglia pronta ad accogliere la prima pizza DOP ed a chilometro zero.

A proporre ricetta è metodo l'associazione L.u.c.a. (Libera unione commercianti Apulia), il cui presidente ricorda come "Sono anni che lavoriamo per identificare il nostro prodotto, ed ora siamo arrivati alla sua certificazione. Cominciamo con la registrazione del marchio con il nome autentica pizza pugliese".

Invece, controlli di qualità e certificazione saranno compito della Samer, l'azienda della Camera di commercio.

Il presidente Margiotta espone così la situazione: "Abbiamo approvato nel corso dell'ultima giunta il disciplinare che fissa nero su bianco le regole che bisogna rispettare per poter ottenere la certificazione. Non stiamo parlando del marchio DOP, perché in quel caso ci vogliono anni. Adesso partiamo con questa dicitura "autentica pizza barese" e per luglio ci saranno già i primi locali con il nuovo marchio".

Attualmente, due sono i modelli proposti: la pizza marzolina, con farina, sale, pelato pugliese, mozzarella, olio, pomodori Regina di Polignano, ricotta marzotica di Conversano e rucola selvatica pugliese. E poi, la pizza barese, con farina, sale, pelato pugliese, mozzarella, olio.

Tutti gli ingredienti devono venire dal territorio pugliese, in modo da stimolare l'economia locale promuovendo il piatto finito tanto quanto i singoli elementi. Riguardo la pizza, il suo diametro non deve superare i 35 centimetri e lo spessore non deve andare oltre 0,2 centimetri.

Tale precisione copre tutte le fasi della preparazione, dall'impasto alla lievitazione, all'applicazione del condimento alle tecniche di cottura. Secondo il disciplinare di Samer e Camera di Commercio, "Il pizzaiolo infornerà la pizza adagiandola su di una pala di alluminio o legno. La pizza avrà una cottura uniforme su tutta la circonferenza. La temperatura non deve superare i 370 gradi centigradi per un tempo di cottura di 60, 90 secondi".

La Samer ha inoltre programmato incontri mensili, che si svolgeranno nei locali degli aderenti e controlleranno il rispetto del regolamento. In caso di infrazioni, si perde la possibilità di esporre il marchio e di partecipare agli eventi, presto promossi in città.

Proprio l'aspetto promozionale è stato materia per l'assessore al Commercio, Franco Albore. Secondo Albore, quello in corso "È un progetto valido, che abbiamo sostenuto anche per creare una maggiore sinergia con la categoria. Speriamo sia il primo passo per la creazione della vera e propria pizza "DOP" barese, garantita dalla qualità dei prodotti locali".

A gettare acqua sul fuoco, soprattutto per non esasperare il conflitto con Napoli, è il sindaco di Bari, Michele Emiliano.

Secondo Emiliano, "Non abbiamo assolutamente nulla contro gli altri tipi di pizza: questa non è una gara di campanile e quindi rispettiamo assolutamente la pizza napoletana. Vogliamo solo promuovere il marchio barese, differente da quello campano perché la nostra pizza è molto sottile. Siamo pronti quindi a promuovere iniziative e manifestazioni, a partire da questa estate, proprio per fare conoscere ai baresi qual è la pizza della nostra terra".

Il Primo Cittadino e la sua giunta hanno stanziato 600.000 per la prima serie d'iniziative promozionali: a farsi avanti, 300 pizzaioli locali.

(FONTE: NEWSFOOD)